Progetto carcere “LE PAROLE IN LIBERTÀ”

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La Fondazione Pol.is insieme al Garante per i diritti dei detenuti della Regione Campania e a Il Mattino vuole partecipare al progetto circa la lettura dei quotidiani in carcere e alle attività a essa connesse nella maniera precipua che gli compete,

ovvero valorizzando gli aspetti che contraddistinguono la propria mission: tutela della memoria delle vittime di violenza criminale e sostegno ai loro familiari, valorizzazione dei beni confiscati alle mafie, politiche per la genitorialità, la cittadinanza attiva.

Settimanalmente volontari di associazione che collaborano con il garante dei detenuti, volontari della Fondazione Polis, si recheranno nelle carceri di Poggioreale e Secondigliano per incontrare piccoli gruppi di detenuti e con loro vivere una esperienza di scrittura creativa, di lettura collettiva dei giornali, di riflessioni ed opinioni personali, di lettere dal carcere.

Un’occasione per riflettere sul senso della scrittura in carcere, conoscere esperienze significative e riaffermare l’esigenza di aprire il carcere alla società. Settimanalmente il quotidiano Il Mattino con una pagina “CARCERE. LE PAROLE IN LIBERTÀ” darà voce a questo lavoro e incrocio di più esperienze.

Per questa ragione la Fondazione, d’intesa con il garante, propone dei focus da sviluppare nell’ambito del progetto:

Mediante la doppia attività di lettura/scrittura proposta ai membri della popolazione carceraria, selezionati per il progetto, far penetrare all’interno della struttura detentiva il racconto delle vittime innocenti di criminalità e delle persone che hanno vissuto il dolore della loro perdita.

Obiettivo a lungo termine è proprio l’incontro tra i detenuti e i familiari delle vittime.

Si ritiene necessario un incontro mediato dalla lettura della cronaca quotidiana, dove si compie il percorso mediatico del delitto che comporta la perdita, e che mediante la successiva attività di scrittura in un certo qual modo “ripara” quella frattura creatasi nella società a causa dell’atto violento.

Un percorso che potrebbe concludersi anche con una commemorazione all’interno di Poggioreale delle vittime innocenti.

Per il supporto ai focus saranno impegnate alcune organizzazioni del terzo settore che da anni collaborano con il Garante per i diritti dei detenuti della Regione Campania

La grande realtà dei Beni Confiscati alle mafie, il luogo dove giace il simbolismo del potere mafioso, sottratti ai clan e divenuti bene comune.

Le testimonianze rese alla popolazione carceraria in merito al loro riutilizzo, a ciò che esso significa per chi ha vissuto sulla propria pelle il sopruso camorristico, diviene un ulteriore  spunto di cambiamento, instaurandosi in altri grandi ambiti del giornalismo, quali l’economia, la società e la stessa cultura, luoghi su carta che possono essere “visitati” dai detenuti mediante l’esperienza narrata e fatta narrare:

Le origini urbane e suburbane dei protagonisti, le loro povertà educative, economiche, culturali; il farli ritrovare un senso di responsabilità per le persone offese, per le loro famiglie, per il territorio.

L’anagramma di carcere è cercare. Lo spazio di confronto li aiuterà in questo lungo cammino di reinserimento sociale.

La lettura dei quotidiani e l’intervento nella stesura degli articoli richiama alle attività portate avanti dalla Fondazione nell’ambito delle politiche per l’infanzia, votate attivamente sulle letture per i bambini dai zero ai sei anni mediante i Punti Lettura.

Creare un Punto Lettura all’interno delle mura di Poggioreale, che affiancherebbe gli altri percorsi didattici, aiuterebbe i detenuti nel loro cammino di reinserimento nella società e potrebbe renderli a loro volta “lettori” per i loro compagni di cella, in un percorso psicologico che potrebbe segnare una sorta di “infanzia ritrovata” per chi, spesso, ha vissuto da bambino in contesti difficili che ne hanno condizionato le scelte di vita.

Le attività prevedono la costituzione di gruppi di detenuti, gestiti anche da esperti invitati di volta in volta, disponibili ad accrescere le proprie consapevolezze circa le competenze che il ruolo genitoriale richiede, affrontando, ove necessario, le criticità esperite anche con riferimento all’eventuale perdita dello status genitoriale ed alla ridefinizione delle dinamiche interne ai componenti del nucleo familiare.

CITTADINANZA ATTIVA

L’educazione alla cittadinanza è da intendersi come un’attività che mira ad aiutare i diversamente liberi a diventare cittadini attivi, informati, responsabili e capaci di assumersi responsabilità per loro stessi e per le loro comunità, una volta reinseriti nella società.

In questa ottica bisogna farli intervenire sui vari contesti sociali. culturali, politici che la lettura del giornale offre

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