L’area dell’intervento è il quartiere napoletano di Scampia, inesistente fino a 50 anni fa, i cui edifici – comprese le Vele che più lo rappresentano per importanza architettonica – furono costruiti nel periodo 60/70 per risolvere il già grave problema abitativo cittadino, divenuto endemico dopo il sisma del 1980. La tragedia determinò un’invasione abusiva delle Vele prima ancora che fossero pronte le infrastrutture urbane di supporto e tale illegalità fu accettata come provvisoria soluzione del problema abitativo, senza poi porvi un successivo rimedio. Si determinò una condizione di insanabilità delle Vele con l’imposizione del loro abbattimento e di riqualificazione dell’area, avviata nel 2003, ma poi arenatasi fino a qualche mese fa.
Come indicato dai dati ISTAT 2017 il numero di giovani a Scampia è molto elevato (l’indice di vecchiaia è di 75,5 a Scampia, 114,4 Napoli e 157,7 Italia) eppure l’offerta di servizi ad essi dedicati è inferiore alla media comunale. Vale l’opposto per gli indicatori di vulnerabilità sociale come tasso di disoccupazione ed incidenza di famiglie con potenziale disagio economico, entrambi al livello più elevato rispetto a quello di tutti gli altri quartieri del Comune di Napoli, città che, in merito, è ai vertici nazionali. Ci si trova, pertanto, nella zona della nazione dove maggiormente sono concentrati giovani disoccupati e famiglie disagiate economicamente.